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      Oggidì, fare il Messia quando non è ridicolo diventa pericoloso. Posso invece costatare: pare a me che anche pel mio lavoro, i giovani che mi vengono presso possano respirare in una atmosfera più sana e più ossigenata, meglio idonea ai loro polmoni. Questi già vengono a determinare alcuni lati del mio carattere, a definire qualche gesto che aveva appena abbozzato, a completare una mia cadenza lasciata sospesa, o per fretta, o per incuria, o perchè altri, prevedeva, avrebbe meglio risolto.
      Mi sembra, intanto, che, sotto altro titolo, con altra intenzione, con diverse ragioni, con talora opposte voci, si siano propagginate, in potenza ed in amore, queste armonie, questi pensieri miei, queste volontà, e si spargano in Italia, corrispondendo al tono della psiche più alacre attuale, perchè abbiano a significarsi, in qualche modo, come indici della nostra coltura, del nostro sentimento, delle nostre speranze. Non ch'io - e tanto meno qui - presuma di espormi, per bazzecole di tornaconto, a magnificar me e le fatiche mie; ma io mi vedo rispecchiato, non so per quale paradosso d'ottica morale, in assai coscienze; io mi sento risuonare in assai estranei istrumenti sull'egual timbro della mia lirica, quasi queste note fossero spiccate da altre campane di diversa capacità, ma forse di una stessa lava di metallo ardente; io mi sento produrre per trasposizioni, chissà anche per illusione soggettiva, in altrettanti cristalli che prendono l'essere ortogonico al mio e si polarizzano sullo stesso asse.


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Antidannunziana
D'Annunzio al vaglio della critica
di Gian Luigi Lucini
Studio editoriale lombardo
1914 pagine 379

   





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