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      pei clivi scendenti, a vittoria, in sul mare,
      divinità solare, divinità cristiana,
      ad Eleusi ed a Sophia».
      III, IL RECENTISSIMO. - E meglio dei precedenti, se Henri de Régnier si fa artista vasaro, eccovi Le vase(39). - Egli in cospetto del fiume, delle praterie e dei boschi, da un blocco di marmo conforma un'urna per l'acqua di una fonte vicina. L'anima di tutte le forze di natura, involge a spira nel bassorilievo che la circonda, ed il suo pensiero suscita le immagini vive delle deità che vengono a confortarlo.
      Qui sono a consigliarlo ed a posargli davanti Fauni e Centauri, non indifferenti all'Egipane d'annunziano; e vi leggiamo:
      «Un jour, encoreEntre les feuilles d'ocre et d'or
      Du boi je vis, avec ses jambes de poil jauneDanser un Faune
      (e nell'Otre:
      «Era l'aurora quando in mezzo ai salicimi rinvenne l'Egipane biforme»)
      ed anche:
      «Et je sentis sa bouche tiede sur ma joue;»
      (da compitarsi insieme a
      «Pieno fui del divino afflato...»)
      ed ancora più in giù:
      «Le tourbillonement des forces de la vie».
      (da non disgiungersi da
      «Dalla giovane forza alla nascenteluna tu m'empierai queste mie cuoie»)
      qui verranno con loro nude canefore sorridendo, finchè l'artefice terminata la scoltura, silenziosamente tornerà alla capanna, sorpreso dall'aurora e rimpiangendo l'ombra, come L'Otre
      «discisso tornerà nel gran meriggio»,
      pio e svuotato, sacrificando di vino, mentore d'ultima religione, alle ombre del paganesimo.
      Ma a che indugiare nelle quisquille dei gramatici?
      Filippo si gode la tranquillità millennaria dentro le pagine non rimosse della Antologia epigrammatica, cui turba qualche volta la curiosità arcaica di qualche ellenista di provincia; l'altro è al tutto oscuro e non è lecito che noi l'abbiamo a trar fuori dalle tenebre: Henri de Régnier è uno dei migliori poeti contemporanei di Francia di cui, in Italia, si conoscono, in poca parte le novelle ed i romanzi, ma non le liriche, mentr'egli non si inquieta di venire in italiano glossato con sotterfugi: invece L'Otre rimarrà santificato nelle raccolte classiche delle bellezze officiali della letteratura nostra.


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Antidannunziana
D'Annunzio al vaglio della critica
di Gian Luigi Lucini
Studio editoriale lombardo
1914 pagine 379

   





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