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      Oh, liricastri effimeri; e non vi pare che meno gonfia supponenza vi farebbe acquistare un grano di più di delicatezza e di quella probità necessaria, non solo pel denaro, ma anche nelle lettere!
      Così, silenzio, credendo sepolta anche l'Academia mia anteriore alle Laudi, l'unico poema di quest'ultimo principio di secolo, che abbia richiamato ed il cielo e la terra e la passione e la storia a proprii testimoni e collaboratori, perchè raccontino, cantando, la nascita sanguinosa della vita civile europea di cui siam tanto superbi, dico, la Rivoluzione francese, pel merito della quale noi non abbiamo più vergogna di chiamarci «Italiani». Vien voglia di gridar forte, per amor del prossimo; «Beware of Journalists» come se questi fossero altrettanti londonesi pick-pockets; mentre, non solo, non ci rubano nulla di tasca, ma ci riempiono di sane idee il cervello col loro silenzio e deserto, lasciandoci in pace a dipanare la bellissima e non mai esausta matassa della nostra fantasia e della nostra erudizione. Sicchè, ben venga anche colui che vuol fare più di un giornalista per me e condanna senz'altro come prosetta ballonzolante la mia lirica, magnificando invece di grande poesia la d'annunziana. Amici miei; d'oggi in poi, al dir dell'Onofri, la banda del Tirazza sarà l'orchestra di Wagner.
      Io non glielo concedo, per quanto poco possa valere la mia opposizione; e, perchè son fatto segno a condanna, prima di esser stata instruita la causa e di avermi inteso, non santifico col mio silenzio la cosa giudicata dall'Onofri, e voglio senz'altro, il contradittorio.


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Antidannunziana
D'Annunzio al vaglio della critica
di Gian Luigi Lucini
Studio editoriale lombardo
1914 pagine 379

   





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