Pagina (160/379)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      È già un segno del mio valore l'essere divenuto un vostro... fornitore gratuito».
      Dopo ciò, ciascuno che possegga buone e copiose letture, come dissi, aggiunga del suo il continua, che ben volontieri gli cedo questo ufficio d'amanuense, per quanto necessario all'assunto, improprio alle mie facoltà; ma tra i ciascuni non sarà Tizio, che borbotta e mi fa li occhiacci.
      ***
      Sì: Tizio, che tra la folla dei miei lettori è il contradittore più appassionato per ragioni organiche, non crede di doversi accontentare dell'elenco sommario. Male, gli susurro. Per quanta carta abbia a mia disposizione non mi è lecito sciuparne volumi per confortare ogni passo della relativa citazione. Voi, col dubitare di me, insultate tutte quelle egregie persone di letteratura e critica dalla quale io qui dipendo. Comunque, e per tutti, e per sempre, eccovi, Tizio, una poesiola d'annunziana: Pei morti di Dogali:
      Troppo l'ire dei nemici,
      de le donne i maleficiincrudir su gli infelici.
      Morti coprono il terreno;
      chi squarciato il ventre e il seno,
      chi la testa o un braccio meno.
      Beve invan l'Africa, in vano,
      il buon sangue italianocui versò barbara mano.
      Libertà, l'ali disserra,
      a maggiore e miglior guerra,
      l'armi tue son sacre in terra.
      Noi, tuoi figli, veglieremo,
      in silenzio il tuo supremogiorno, Patria, attenderemo.
      Meditatela su quest'altra del Tommaseo:
      Le superbie degli amici,
      l'empia rabbia dei nemicispermentar quegli infelici.
      Chi squarciato ha il capo e il seno,
      altri un piede o un braccio meno,
      chi freddato in sul terreno.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Antidannunziana
D'Annunzio al vaglio della critica
di Gian Luigi Lucini
Studio editoriale lombardo
1914 pagine 379

   





Tizio Tizio Tizio Dogali Africa Patria Tommaseo