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      Qui, un dramma simbolico di Andreïew(XXIX), La Vita dell'Uomo, si avvicendò sullo schema di quelle tende cupe a fregi schematici, ordine e complemento sinfonico ai gesti ed alle cadenze delli attori; quadro chiuso ed indeciso nello stesso tempo, da cui l'azione emerge come un alto-rilievo cinetico e l'attenzione dello spettatore non è fuorviata colla pluralità discordante e positiva delle false decorazioni e... della carta pesta.
      Ma ahimè! si pensa: se si toglie questa sola tangibilità disgraziata alla dramatica d'annunziana, che le lasceremo? Per dio «le tende di un colore profondo, che nella parte superiore sono corse da un fregio, che ripeterà ad intervalli uguali, obbedendo alla legge musicale delle pause, un motivo decorativo!» Le tende della Compagnia Düsseldorf. Spaventosa, velocissima, catastrofica propagazione del pensiero nell'etere: altro che telegrafo Marconi; telepatia! Noi altri italiani siamo sempre sfortunati: abbiamo il lampo intuitivo del genio che crea; i forastieri la gloria delle applicazioni: la sventura di Colombo ci perseguita; anche D'Annunzio, primo nell'idea, ultimo torna dalla scoperta delle tende della Compagnia di Düsseldorf.
     
      NOTE.
      L'INDIMENTICABILERISCIACQUATURA DELLE MOLTE «FEDRE»;
      Si leggeva ne «La Ragione» che si stampava in Roma, giornale repubblicano, di sul numero del 27 Giugno 1909:
      Come dalle cento ed una così dette città d'Italia, anche da Roma, sere sono, la tournée Fumagalli-D'Annunzio passò, lustrando, a rappresentare spettacolo di fiera per teatri di fiera.


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Antidannunziana
D'Annunzio al vaglio della critica
di Gian Luigi Lucini
Studio editoriale lombardo
1914 pagine 379

   





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