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      E perciò, sembra infermadi sè, delle sue vene mescolate.
      E perciò, sembra che deliri. Madea non è quella.
      E Swinburne fa dire a Fedra:
      Io non sono in conformità colli iddii. Sono loro parente, ho sangue strano in me......... Le mie vene sono mescolate; e per questo, io mi arrovello ed inveisco contro la stessa mia carne.
      Poi D'Annunzio fa un elegante ed audace salto di barriera e d'ostacolo, giuoco concesso a solidi garretti di polledro di ben quotato e nobiliare pedigree purissimo, scavalca e trabalza sopra l'Aedo, il Pirata fenicio, le Fanti, la nutrice Gorgo, là, dove «una luce d'oro s'aduna nel silenzio incupita dal bronzo dei cipressi, che la rallenta»; dove; «vi è il fremito e l'anelito della Cretese involuta di carne come d'incendio». E la Fedra d'annunziana dice all'Ippolito;
      . . . . . . . . . . . . . Non ioti sono madre. Non mi sei tu figlio,
      no. Mescolato di sangue non seicon Fedra. Ma il tuo sangue è contro il mio
      nemico, vena contro vena. Ah no,
      non d'amore materno t'amo. Infermasono, inferma di te,
      sono insonne di te,
      disperata di te che vivi, mentreio non vivo, nè muojo,
      nè ho tregua nel sonno,
      nè ho tregua nel pianto,
      nè ho bevanda alcuna che mi plachi,
      ma tutta me consumo in ogni lagrima!
      Io, che non sono dea ma consanguineadegli Implacabili.................
      (perchè concordi colla Fedra di Swinburne):
      No, perchè ti amo; così riapri, tu, le mani tue, ma io non ti lascerò più; tu sei dolce; tu non sei mio figlio, io sono la donna di tuo padre, ed io abrucio per te con sangue di sposa.


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Antidannunziana
D'Annunzio al vaglio della critica
di Gian Luigi Lucini
Studio editoriale lombardo
1914 pagine 379

   





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