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      (15) Il Pastore il Gregge e la Zampogna, Napoli, Ricciardi 1910. E pare impossibile che il Thovez abbia preso una così enorme cantonata che lo diminuisce nella sua fama. Vero è che ne attenua, appena possa, la portata, con molte osservazioni di questo genere: «Impuro, verboso, falso spesso di tono, il poema della Laus vitae ecc. - La facilità lo perde - La megalomania verbale, il flusso ciarliero, l'impostatura gladiatoria snaturano, gonfiano, corrompono questo poema. Cosi com'è, è un mare fangoso di parole, in cui emergono isole fiorenti di bellezze e scogli di rude grandezza tragica».
      (16) Gabriele d'Annunzio, Francesco Perella e C. Napoli 1912 - Emilio Cecchi, nel dar notizia, in su La Tribuna del 30 luglio 1912, di questo saggio: Un altro critico di G. D'Annunzio, riassume magistralmente la posizione del Gargiulo nel numero de' commentatori di quel poeta, sì che convien citarne il passo perchè opportunissimo:
      «Ad intendere bene la posizione ed il valore del libro del Gargiulo, giova frattanto una rapida traccia delle principali soluzioni offerte, finora, del problema letterario D'Annunzio. Già venticinque anni fa, al tempo del Canto novo, lo Scarfoglio aveva avuto una intuizione sufficientemente esatta del carattere, dell'elemento costituente la personalità dannunziana; e aveva definito questo elemento come un erotismo naturalistico, facendolo consistere nella gioia di un amore che si spande sul grande letto della natura. Interpretazioni nuove, degne di ricordo, si ebbero soltanto quindici anni più tardi; e le dettero G. A. Borgese e Benedetto Croce.


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Antidannunziana
D'Annunzio al vaglio della critica
di Gian Luigi Lucini
Studio editoriale lombardo
1914 pagine 379

   





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