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      - Ma il filosofo del tornare bruto, D'Annunzio, ci assicura, nella sua prefazione a La vita di Cola di Rienzo che: «imbestiare può, in certo senso, essere un modo di trasumanare!» Padronissimo, faccia pure: e però egli si suggella da sè: «Vedo che il mio segreto lirico è una sensualità rapita fuor dei sensi!» Sì, come Sade! op. cit. Treves, editore, 1913.
      (72) Ieri, pronuba la Rubinstein, cercò pure di conquistare il teatro russo, più ricco di allori di quel parigino. Già, il Teatro Artistico di Mosca l'avrebbe officiato a concedergli un suo drama, cui si occuperebbe di mettere in iscena con profondo senso estetico; ed uno de' traduttori russi dei romanzi del Pescarese si sarebbe trovato con lui per accordarsi sulla traduzione di quel lavoro ancora in mente Dei e di... nessuno. Gabriele D'Annunzio è solito vendere la pelle dell'orso prima d'averlo cacciato. - Il Teatro! Fu sempre il dadà ed il - reddito d'annunziano.
      (73) Ma, nella nota, vi darò intiera la nuova teoria d'annunziana e colle sue stesse parole, continuando il testo:
      «Per ottenere questo colore molto mi gioverà una signora olandese amica mia che ha trovato il modo di dare alle stoffe i bei colori dei vecchi velluti rossi o verdi di Venezia, di Genova o di Lucca. Distenderò una vastità enorme intorno agli interpreti. Essi si muoveranno davanti a uno scenario di un color solo, alto 14 o 15 metri. Nella parte superiore di esso correrà un fregio che ripeterà a intervalli eguali, obbedendo alla legge musicale delle pause, lo stesso motivo decorativo.


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Antidannunziana
D'Annunzio al vaglio della critica
di Gian Luigi Lucini
Studio editoriale lombardo
1914 pagine 379

   





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