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      .. papista, se ne lamentò. Qui vi diamo le due iscrizioni e la protesta dell'Esule.
      D'Annunzio: «Alla immortalità degli eroi - che il XXVI di ottobre MCMXI - in Sciara Sciat - primi con vasto sacrificio - confermarono la conquista necessaria - tutto il popolo di Trastevere - ottimo sangue romano - consacra il suo voto - in questa sede della prodezza - che sta tra il Gianicolo - onde placata scende l'ombra - del difensore di Villa Spada - e Ripa Grande - su cui vigila l'aspettazione - d'un nuovo approdo fatale».
      Gnoli: «Trecento bersaglieri - uscirono da questa caserma - il 6 ottobre 1911 - accorrenti alla guerra di Libia - ed il 26 a Sciara Sciat - avvolti da orde barbariche - combatterono fortemente - romanamente caddero - Il popolo di Trastevere - che li acclamò partenti - ne benedice e consacra la memoria - nel nome santo d'Italia».
      Protesta: Ora il D'Annunzio appena apprese la notizia inesatta della proibizione della sua epigrafe che si diceva dovuta all'«approdo fatale» a Ripa Grande, mandò all'on. Gallenga, che l'aveva sollecitato a scriverla, questo telegramma:
      «Leggo del divieto nei giornali. Tutte le ostriche di Arcachon ridono rumorosamente. È evidentissimo ad uno scolaretto che l'approdo non può riferirsi se non al porto di Ripa Grande. Trattasi di una allusione alla Magna Mater, significato mistico che le diedi nell'Ode a Roma della quale i trasteverini dovrebbero infliggere la lettura al proibitore. Mi meraviglio e mi dolgo del Comitato che questo consente. - Gabriele d'Annunzio».


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Antidannunziana
D'Annunzio al vaglio della critica
di Gian Luigi Lucini
Studio editoriale lombardo
1914 pagine 379

   





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