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      donde venisti o per quale ventura;
      se anche una notte eterna, orribilmente oscurascendesse, (oh carità!) sulla tua memoria
      se per sempre i tuoi occhi s'acciecasseroe la tua bocca rimanesse muta
      codesta enorme istoria è suggellata nella tua carne.
     
      Volgiti. Un'acuta disperazione è la tua vita.
      Tu l'hai voluto: chi l'ha ferita?
      Chi? Non dire, non parlare: taci, in silenzio convien sofrire,
     
      Non puoi dimenticare il tuo passato.
      La tua carne si è fatta al tuo peccatoe il vino avvelenato che hai bevuto
      scorre dentro al tuo sangue,
      Non parlare, non puoi.
      Il tuo orgoglio al delitto fu sì enormeperché fu mostruoso il tuo piacere,
      Tu hai sorbito follemente, amando, quasi in un sognocome una belva notturna e circospetta
      tutto il piacere, tutta la gioja.
      Così le labra tue alla ferita, ventose oscene e tumide,
      succhiando, ti s'empirono di vita, (moria) non della tua;
      ora sì è tua, in te per non dimenticare, Il tuo delitto sta nella tua carne.
     
      Passan delle creature davanti all'usciuolo della tua tana, additano,
      Resta nel bujo, solo: senti i passi a morire,
      Dei volti gravi e freddi stanno in fondo alle speranze tue:
      ma i passi s'allontanano al quadrivio.
     
      Pensi: "L'alba mi parve assai pallida ieri.
      Ho avuto la speranza che fosse morto il sole!" -
      Non è morto: tu non puoi morire con lui, se fosse morto.
      Pensi: "Occhieggian fiori: o fiori dolorosi e severi,
      religiosi. intenti.
      Anime vicino all'agonia accolgono la morte.
      Ella era pur così!
      Oh! l'aurora rossa; vigilò innamorata innanzi al dì;
      del sangue sulle nuvole: avran sacrificato la più bella,


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Le Antitesi e Le Perversità
di Gian Luigi Lucini
pagine 207