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      questi saccheggiatori della messe materna la dovizia!
      Latrar sui corni squillanti al massacro,
      sacro sonito e bellico al tepore del meriggio cortese,
      cantar la bocca aspersa dal liquore recentee giuochi di mano e dita brune, preste e lascive
      dentro al corsetto delle villanelle!
      E i Fauni alla squisita esistenza de' boschi sulle Ninfe
      gettano le bramose occhiate lucide, e la Ninfa acconsente.
     
      Evohé! dal tino fermenta l'amore!
      Schiacci la machina; vortichi al sole,
      fascia d'oro corrusca, l'impeto feminile.
      Puntan le braccia sopra le barre,
      gonfiansi i muscoli,
      le terghe incurvansi;
      voli la ridda da torno al palo,
      voli nel sole, voli fatica, voli entusiasmo;
      rida la vite nel ceppo grave, e gemano le grappe;
      il vino nasce, il vino bulica;
      evohé dal tino fermenta la gloria!
      E, al vento della corsa, ecco le gonne, imporporate cappe,
      scomporsi e svolgersi,
      scoprire e dimostrarele gambe sode e l'anche volontarie;
      ed il busto, guaina sulle spalle, rigonfiarsi alli sforzi.
      Rivolo scorre limpido dal canaletto nella tinozza.
      Evohé! dal tino augurio ai baci anonimi.
     
      O riso feminile! Queste nuche protese e sudantispirano un'altra grazia; hanno dedizioni
      pei baci sotto ai vellicanti e buoniprofumi di quest'aria ubriacata.
      Così concedersi e così amare?
      La possessione immensa; tutta la terra venga nel respirodentro le vene; e venga il bacio iniziale e fervido
      sulla bocca anelante,
      Amore!
      Ridda alla ridda e nel torneo del palola gagliardia feminile; al mosto,
      captivansi quest'ilari fanciulle, captivansi i garzoni.
     
      Ora, una vecchia bruna, quasi a covar gelosa sulle botti,


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Le Antitesi e Le Perversità
di Gian Luigi Lucini
pagine 207

   





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