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      Ci proclama i prestigiotrilla e gorgheggia il piffero
      dalla pancia ventosaor si riposa
      ora ride ora sospira.
      Oh meglio che la lira,
      l'armonia rusticanadice la storia strana
      di questa caravanache ha trovato il Messia.
      La fistola silvestre sopra le cennamelleacqueta le procelle nei cuori avvelenati.
      Le mortelle ora son troppo verdi,
      sulla neve caduta troppo bianca,
      e il capperuccio e la bautatroppo oscuri sui visi feminili?
      I Re d'Oriente van per far ritornoQuest'altr'anno in letizia,
     
      Io chiesi a loro perché camminasserodi notte e in pompe per la città:
      le cennamelle diedero un sospiro e la fistola tacque nell'aspettare.
     
      Il primo disse:
      Io son giovane e biondoe viaggio pel mondo:
      son porporato e ho scettrosopra strani abitanti,
      ch'ignorano le lagrime ed i pianti.
      Incapace il tuo plettronon saprà raccontar le mie virtù.
      Ho nell'anfore il vino della vita,
      pei moribondi appresto il caliceessi bevono e sperano ancora.
      Le mie corone fatte di giacinti;
      di rubini e di perlepajon soli a vederle.
      Tre ne porto di sopra al berrettoe mi prometto
      di largir dolci sogni ai derelittied a chi sofre per li altrui delitti.
      In ciel la stella caudata e vaga della buona fortunaper la diafana e buona tenda notturna
      testé si soffermò sopra a una casa.
      Là giù una turba immota e persuasaattende ad un natale: passerem dalle soglie
      a fare riverenza:
      la presenzaimperial d'un triplice corteggio
      s'inchina al seggiodi paglia d'un pastore:
      sempre al nascer d'un bambinosi profondono l'ori dei potenti
      e attende l'indovino a strologar sull'astri


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Le Antitesi e Le Perversità
di Gian Luigi Lucini
pagine 207

   





Messia Oriente