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      Se avvien che piova, alla vicina notte,
      la neve struggesi e anela al mare, via coll'acqua del fiume.
     
      L'acqua distilla e va nel giardin dell'amata:
      ed il giardino è vuoto. Acqua passatanon ritorna più. Io attenderò di sera e di giorno,
      sotto al sole e alle stelle. Le viole ribacian le mortelle:
      ma nella brezza e soli mormorano li ontani.
     
      Ohimé! ohimé! Le cime verdi e fragilisorgon ancora dall'onde a riguardare il cielo
      e tutto intorno: oh per l'ultima volta.
      La sera è oscura; più triste è il giorno.
      Le cime annegheranno. La mia amata ha già fatto partenzadal giardino; e perché non l'ho veduta?
     
      Mio dolce cuor, conviene aver pazienza.
      Verremo a te? In che modo?
      Le cime verdi e fragili scompajon sotto l'acque,
      o Sole, o Sole! un raggio si rispecchiasul fiume che sonnecchia; o Sole, un arco
      variopinto e lucido, come la coda dei pavoni striduli,
      stendi di sopra al fiume. O Sole, il tuo saluto!
      Io ho dunque perduto la bella del giardino?
      Ed una bianca mano, gilio adertoall'aperto, sull'acque si distende.
      O bianca mano, o bianco corpo! L'aliga ascendesul tuo bel seno ad allacciarti, l'alighe ch'aman le vergini:
      ed il ligustro vario intesse il drappo oscuro e funerario.
     
      Passa un fiume da Coblentz; ohimé! ohimé!
      e il ponte rosso ride all'aurora.
      O Dame, o quante Dame passano in pompa e in sciali,
      e attraversano il fiume. O sguardi vuotie senza tenerezze, o sguardi morti a me!
      Perché passan di qui? passano ed io riguardoL'acque del fiume maestoso e tardo.
      Ranz des vaches
     
      Lez' armailli dei Colombette
      De bon matin se san lehà:


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Le Antitesi e Le Perversità
di Gian Luigi Lucini
pagine 207

   





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