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      Siete triste o giuliva?
      Io vidi in torno a un fiore men fulgido e vermiglio delle labra vostrele pecchie tornear impazienti e ghiottone.
      Le vacche sbandansi verso più molli prati.
      Le catenelle d'argento del corsetto splendon nell'aria pura:
      state sicura: le vostre pupille risplendon di più.
      L'acqua bianca ai macigni dice lunghe canzonidi nuove intenzioni sopra antiche passioni.
      Porgetemi la mano! Già le dita vi bacio.
      Oh la gradita alba sui prati d'Appenzell."
     
      Son bianchi, azzurri, e gialli i prati a primavera.
      La canzone sincera va colle vacche al suono delle cupreecampanule squillanti. Nei rossi istanti dell'aurora giungono
      le allodole dal nido. Maggio si volge all'alberi:
      si fondono i ghiacciai. Già sui rosai s'inturgidan l'urgenze;
      avrem siepi fiorite qua e là.
      Da, da, fallerì, fallerà.
     
      - "Pastor, se così vuole il torrente che sta lieto e placato siate il ben arrivato:
      quest'acque stanno a difender le belle. O mostra di difesa!
      Se l'attesa chiede che l'acque turbinose dimettano la rabbia spreca il suo tempo.
      Lontano vanno l'onde capricciose. Che volete da me?
      Questo perché m'intrica assai: temo la pioggia e il vento.
      Por arià: le vacche sbandansi dietro al torelloardito e snello: la giù più molli prati l'attendon ai beati istanti dell'amore
      se le amare cicute non portino fiori e l'assenzio sia lungi assai.
      Mille paure e desiderii irritano,
      sorrisi di pastori e prati e primavera."
     
      - "Voi non credete a me? Le vostre labra sanno di verbena."
     
      - "Perché? La pena dell'accogliervi non deterge,
      l'amaro dentro al miele del bacio?


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Le Antitesi e Le Perversità
di Gian Luigi Lucini
pagine 207

   





Appenzell