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      vano sermone, fiato vuoto di rezzo sul ventodella improvvisazione,
      troppo facile e presta rimunerazione:
      insiste, invece, a fantasime,
      continua ad amarti.
     
      Stendi le penne all'ali del tuo potere ed affermate stesso lucido, fedele, costante,
      alla promessa ch'io voglio per te fortunata:
      sboccia il tuo fiore turgido, mantienilo nel fruttogagliardo e saporoso della maturità.
     
      Facile conservar virtù nativequando all'albero è dato frondeggiare
      da pingue ajuola sotto ridente cielo propizio;
      questa che riallacciacon nodi di dolore, di carne e di passione
      inclemente poeta alla fraterna solidarietà;
      questa pur tutta miae rossa e sfolgorante poesia.
     
      Pur or divaga, e tu lo accorgi, amico,
      alacre e generoso che ti affidisul tuo cuore sperando a trapassare
      tre lustri, a pena, in giocondo fervore.
     
      Ma doni non ti chiedené ti offre; non può:
      non può ricchezza mia che si rifiutaper munta scarsella, e non vuole inviare
      da pazzo calmo di lettere gratuitefacile profezia se tu l'ajuti un poco
      volenteroso al fomento geniale:
      facile suadere al buon consigliodell'amico severo ma intento
      se tu gli vieni incontro alacre a tua natura,
      mentr'egli addita vasto orizzonte e ti scostacon gesto rude e schietto
      dall'inutile male.
     
      Oh, più inutile assai di Poesia,
      questa peste che impecia e corrompeanzi tempo coscienza e la baca
      dentro, profonda, egoisticamente;
      oh, più inutile assai di questa inopportunaomelia che ti giunge tra i giuochi
      il giorno dopo e assegnanell'estremo orizzonte
      confine all'ultimi vapori cimmeri e li affoltanella già valicata pubertà.


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Le Antitesi e Le Perversità
di Gian Luigi Lucini
pagine 207

   





Poesia