Pagina (86/207)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      che rigurgita come da un portento,
      amo battesimar e l'una e l'altra guancia della faccia,
      riarsa dianzi all'odio della battaglia:
      e mormoro:
     
      Ultima a biascicar preghiera anticae prima a balbettar segno d'amore,
      al giorno che si muoree all'alba che s'inchina;
      Ave, Maria.
      Un ribelle confessa il suo tremore,
      la sua speranza, la sua devozione,
      all'esempio umanato, Signora,
      nella brev'ora morbidadi una sera brumosa e ti ripete
      nenia infantile e pia:
      Ave, Maria!"
      All'Ospite cortese
     
      Ospite, credo, non poco indiscreto,
      s'egli riguarda al suo breve valore,
      con strette cartebizzarro paga e pigramente d'arte
      la vostra cortesia e il vostro amore.
     
      Pena nel cerchio chiuso di un salutoil labro che desidera in un muto
      contemplar di fantasime, spiegaremani incomposte.
      Or sieno le parole meno avare.
     
      Per voi, nell'ora che segna un ritornodi memorie soavi, soavemente compartecipato
      nell'aula famigliare rifioriscanooggi, con gilii, rose.
      Oh portento all'inverno, miracolo di fiori!
      Sien le nobili rose del futurosbocciate in sullo stelo
      s'incolorino a un soffio d'entusiasmo:
      strani fiori trapunti e vivifiori declivi di sui capelli,
      fiori candidi al dì dello sponsaleturgidi e fermi ancora
      a diadema nell'alto crinalerinnovellati ancora.
     
      Sieno di vostra carne tre fortunea tendere le braccia divine,
      o rose umane,
      per abbracciar l'avvento non oscurodi colmi giorni profumi
      nel presidio sicuro di leali virtù.
     
      Così il profumo di chi fu già la sposa ed or la madreaggiunga all'olezzare tenerello
      il profondo sentire,
      e la serena viridità del padre


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Le Antitesi e Le Perversità
di Gian Luigi Lucini
pagine 207

   





Maria Maria Ospite