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      di caimani e di murene,
      a cui io vi dò in pasto;
      grande Imperio reale di un pazzoche è più saggio di voi
      che siete così saggi;
      voi, all'incanto di sulla fiera,
      voi, cristianelli onesti o quasi,
      voi, timorati catameniali pel ventisette del meseoh, voi, fratelli miei.
     
      Che vi avete compreso, arche di scienza?
      Che vi avete scoperto, lincei mostri di giornalistica enciclopedia?
      Avete scifrato il secretodella mia interna armonia,
      della mia passione, dalla mia bontà?
      Oh, questa volta come vi apparvi buono,
      come semplice e mite;
      che fior di gocciolone è il Melibeo
      che va a scordarsi delle proprie pene;
      che in sulle piaghe mise a compressa verbeneperché odorassero anche le pustole
      e fosse imbalsamata anche la sanieche suppora all'ulcera del condiloma!
      Quante bellezze semplici e giocondevi ho messo in bacheca nel libro;
      e come fui guardingo in sui vocaboli indicativi,
      io, che sono di solito sboccato;
      niente scatologia, niente pornografia,
      proprio come si usa nei salotti per beneasessuali ed eunuchi;
      proprio come è di moda,
      broda fogazzariana, elettuario idealista,
      faccia sentimentalee misticismo di seminarista.
     
      Ma, Bestie d'importanza, scusate siete ottuse!
      come sempre, leggeste a rovescio.
      Fuori dal mio palazzo,
      via dalla mia Capanna,
      ritornate in Città, ritornate tra voi.
      Qui dentro non passeggerete più;
      girate sotto le mura di cinta, non entrerete;
      non l'effrazione vi giova,
      e non l'officinale grimaldello della supposizione,
      non la calunnia alla mano che insiste;
      non la scalata di viva forzaché siete troppo vili, troppo ignoranti e cattolici.


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Le Antitesi e Le Perversità
di Gian Luigi Lucini
pagine 207

   





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