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      Forse Raimondo nuovo, per me solo m'appresta queste figurazioniall'occhi della mente, poi ch'intese al mistero della trasformazione.
      Così mi piacque d'ammiraredi posseder, d'amare e di scoprirti a fondo. O Scienza o Desiderio,
     
      ecco le vostre forme innanzi a me: mi cibo e tra il miel della polpa
      saporosa e tra il fiele avvelenato dell'ermetico nocciolo nascosto,
      Melusina: un'Agrippa ti costrinse, per brev'ora, allo specchiodi fronte all'italiana, tragica Caterina di Firenze sulla torre
      del Louvre. Io, Caterina e Agrippa, sempre ti trovo in me,
      nell'arte mia, d'in torno a me,
      nella Donna, e protettrice e santa, ma serpe alla fine.
      Lo specchio
     
      a Luigi Rossi
     
      Essi stanno, riguardando e non sanno: e pur nelle pupille,
      immote e intente al nuovo caso e strano,
      erra un novello lume, una fiamma indecisatimida ancora e presta a divampare.
      Ingenuità si turba alla presenza di questa formaprona dell'angoscia;
      e va cercando in se ragion' che ne rivelisimiglianza o ricordo.
     
      (La neve alpina sta candida, ignara così dell'orma umanae tutta si commuove a quel suggello d'un primo
      passaggio nella liliale apparenza muta:
      se avvien che alcun la turbi e rappresentisimbolo di possesso essa ne freme e geme quasi
      a quella macchia oscura.
      Non mai prima su quelle eccelse cime, valicò l'ardirenon mai qui s'ebbe vita).
     
      Ma piange la nera forma di Donna: e colle manial viso tenta nasconder le lagrime e frenare
      quello strazio di pianto soffocante: oh l'onta, l'ontadelle percosse sopra il corpo oppresso
      dalle miserie e dalle privazioni: oh la brutalità di quelle


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Le Antitesi e Le Perversità
di Gian Luigi Lucini
pagine 207

   





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