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      aquile imperiali, aquile feroci,
      aquile ghiotte al luccicare delle tue pupille!
     
      Sdràjati! o meglio riponiti a dormire;
      non così stanca, né così disillusa,
      come se avessi fornita la via,
      con un profumo esiguo di poesia,
      Anima, crederai, neghittosa racchiusa!
      Acconciati a dormire per lasciarti morirein un vago sospiro di speranza.
     
      Sdràjati. Filano il lino notturnole filatrici accidiose e costanti.
      Sopra alla stola che ci ordiranno non vi saran ricami,
      non uno de' fiori che brami.
      Dove trovar colori per intesserli?
      Il sole è morto dietro alle stelle:
      le dita filano;
      il filo fremita.
     
      E il tuo lungo pensiero,
      Anima, che si svolge,
      da una cura segreta,
      che si conturba e volge, Anima, imprecisatonell'ora del mistero.
     
     
     * * *

     
      Scialacquatore, racimola le briciole,
      assomma le cifre sarcastiche e freddedelle tue facoltà sperperate;
      ecco il forziere vuoto e spalancato,
      come la bocca aperta d'una fornace spenta;
      numeravi li scrigni de' giojelli,
      divaricati sulle cerniere,
      come sdentate dentiere,
      vedove di splendori.
     
      Dissipatore, affànnatia raccoglier li zeri della vita.
      Generoso e giocondo seminatore, un dì,
      liberavi, del pugno, all'atto eroicomiliardi accumulati
      di senno, di superbia e d'amore:
      sementi sterili non han fruttificato.
     
      Non tutti i chicchi di grano che ascendonopepite d'oro, nell'ora del meriggio,
      rimbalzate dall'ampio ventilabro,
      aperta man georgica alla brezza,
      profittano alla spiga ventura ed al pane.
      Rinchiudi i battenti sul devastato forziereriaggancia le mascelle al riso macabro


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Le Antitesi e Le Perversità
di Gian Luigi Lucini
pagine 207

   





Anima