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      la mestizia e l'angoscia le più rare;
      riepilogare il dolore del mondocolle pupille chiare,
      quasi riverberate di felicità.
     
      Accorgermi, intanto, che mi stanno in tornomolti visi vigliacchi a compassione;
      vedere che adoran la Morte
      nelle false apparenze della Vita;
      sorrider loro, comunque, e non disingannarli;
      lasciare il vicino pezzente a pregiarsi li orpelli,
      mentre si stima un principe.
     
      Sapere che si intesse un'umile catenaper conoscer le serie della Vita,
      inanellate d'umiltà e d'orgogli;
      riconoscere ancora, che code sta catena d'amoremi si ribatte sui polsi
      e mi affila il fendente alla mannaja,
      pur che ne appaja, vindicecon gesto schietto, la mia passione:
      e che la nostra piccola esistenza
      è troppo misera e debole e follegettata in pegno alla lotta,
      palma avvizzita al martirio,
      al procedere armato e gloriosodella nostra inquieta umanità.
      - Oh, destino tremante ed ambiguo,
      che afferma la nostra vendettasopra la nostra tomba illagrimata! -
     
      Quindi, studiar l'equilibriosulla morte, sui vermi e sulle investiture
      delle plurime genesi future,
      nate da noi, dalla nostra putredine,
      dal volo del nostro pensiero:
      sacrificare al Giorno della Cronaca,
      come un sadico giudice feroce,
      l'impeto generoso, immediato, impulsivo,
      per le fatali infiorescenze storiche.
      Saper la grande voce che risuscita il fiacco a battaglia,
      la cote che riaguzza la zagaglia,
      il nuovo detonante alla mitraglia,
      e rimanere inerte e muto.
     
      Poi, col pigro egoismo della bastarda ragione,
      contrastar l'illusione libera erotta dal cuore,
      e por sotto al coltello dilemmatico


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Le Antitesi e Le Perversità
di Gian Luigi Lucini
pagine 207

   





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