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      passano avanti che i teneri colorivestiscan della fecondità.
      E pur cantar sulle cuspidi verdi dei cipressile brezze vocali del largo e pur dentro alle palme
      espanse e grasse cantar zeffiri incanti.
      O bagliori sul fiume o fremiti di luce! Passar le navi al largo.
      In quelle saledel castello ospitale e magico sopra ai politi marmi
      facevan grati giuochi i levrieri:
      forse odoravan dalle mani candide strani sentieriper i piaceri. Se una Vergine è morta,
      ed era ahimé la sola,
      come avremo parola d'encomio e d'affetto e d'amoreper codest'altro fiore che tenta germogliarmi in capo?
      La Vergine viaggia: quale ardor per le strane regioniquale ardir per il poi inafferrato
      splendono al peregrino animo avanti? In un beatoconvegno non fermansi l'amanti anime della luce,
      da che il cero sta fermo e non traluce.
      La scienza è uno sconforto: convien quindi l'elleboro apprestarecome sopra a un altare
      umilemente: il solo Dubio importa? Un veleno ho bevuto:
      un calvario di stelle io m'ho cresciutonel cuore senza battito.
      Meglio meglio così vagar lontanocolla luce nell'occhi e colla Fede
      nei mirabili incanti della Morte.
      Iddia Chimera vigila beffarda.
      Nella stagion che tarda alle pruineio vorrei che il mio capo assiderasse di gelo e di sgomento.
      Questo portentoio chiamo in vano a me: e pur mi fugge.
      Una Fede? Una fola.
      O sia bene cresciuta la violache spiccata dà lagrime ed odore di Morte.
      Forte, forte, forte, batte una specie d'arteria alle tempie,
      batton così le barre modellate sopra la pelle tesa d'un tamburo,
      ed assordano.


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Le Antitesi e Le Perversità
di Gian Luigi Lucini
pagine 207

   





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