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      mani di morte dalla sepoltura uscite qui a richiamo!
      Io non amo la vostra preghiera, tacite man' congiunte,
      amo il riso, amo quanto posso udire,
      amo rumore e vita.
      Ed anche tu, Ombra cara e graditaOmbra paterna, a che lustrare in torno
      alla casa del figlio? Che mai t'ho fatto?
      Che t'abbiam fatto noi? Or va lontano in altra più ricca casacui veglia il rimorso, non qui.
      Vedi che pace? Vedi la casa di cristallo roseo perché tutti vi specchiano;
      vedi l'Amica mia come ti venera,
      come noi ti piangiamo ancora, o Padre!
      Accosciata l'Angoscia, nobile faticasul tuo sepolcro sta a simiglianza
      della tua lunga che portasti in terra,
      della nostra che sempre ci opprime, Padre.
      E di tra quelle mani, non la tua congrega a scongiurare,
      siamo ancor come fummo, e sarem come te,
      e sarem delle mani scongiuranti una benedizionesopra al capo dell'umili più amati
      dell'umili fratelli, dell'umili difesi;
      e pace nelle tenebre!
      Che albor d'argento sulle vetriate! Che albor di landa selenite!
      Dei grigi uccelli stanno invece a cianciesopra le tende e i fior sono smuntati;
      non vi sono .più sciali di gialli e di dorati verdi e porpurei,
      ogni cosa è stanca.
      Ma il raggio irrompe e batte sulla speradi quel vecchio oriuolo lento all'ore ed al tocco,
      e batte in fronte ad un bianco Alcinoo ermafrodito.
      S'inlividan le labra, s'inturgidano i seni,
      morto ch'ansima ancora,
      morto, morto, morto.
      Raggio di morte, o luna, va e scompari,
      raggio più funerale della torcia da torno al catafalco;...
      no, no, ... hai tu veduto, Amica, quella statuad'Alcinoo sorridere e accennare,


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Le Antitesi e Le Perversità
di Gian Luigi Lucini
pagine 207

   





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