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      Comunque, al caso pratico, noi avevamo operato per via di antitesi; di quella antitesi10, che fu già per Carlo Cattaneo metodo di psicologia sociale, per me di estetica, secondo il quale uno o più individui, nello sforzarsi a negare un'idea, vengono a percepire un'idea nuova; però che spesso la catena delle antitesi è una serie di analisi parziali, per cui le parti della analisi comune, dividendosi, aspirano a conquistare d'un abbraccio l'intero circolo della sintesi universale, o, almeno, la soluzione di un medesimo problema. All'aspetto generale e completo, importò la conoscenza del fenomeno D'Annunzio a riprova:
      I) come individuo, od humorista, negativo:
      II) come espression d'arte falsa ed adulterata.
      Vediamo. Carlyle mi disse, ed io gli credo senz'altro sulla parola, che non vi ha grande e geniale letterato, poeta, insomma, senza rinvenire nell'opera sua quel lievito eterno ed inesauribile di giovanezza e di commozione che chiamasi: humorismo. Per intanto, a questa pietra di paragone abbiamo saggiato l'opera d'annunziana e non ve ne scoprimmo traccia: ma, voi non ne sareste persuasi se partitamente non vi rendessimo partecipi e delle operazioni particolari e de' loro successivi risultati: non spaventatevi; non trattasi di analizzare sotto questo punto di vista speciale venti e più volumi; ma più tosto di rivelarvi il carattere negativo dell'autore e dell'opera sua in questo campo, di attestarvi che lo scrittore D'Annunzio esiste, ma non esiste il grande poeta che vogliono li altri magnificare.


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D'Annunzio al vaglio dell'Humorismo
di Gian Luigi Lucini
pagine 126

   





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