Pagina (52/126)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      '.
      Con più esatte parole non si poteva giudicare e condannare il carattere della letteratura d'annunziana, avventizia confusione, incomposta e strepitosa frenesia, capanna di recente costruita, ma di vetusti e stranieri materiali, sorta in mezzo ad un altro Bosco Parrasio, non già fiorito di pratoline e di violette, né rallegrato da ragli d'asino e da belati d'amore, ma ricco d'orchidee mostruose e sardoniche, tumultuoso di singulti, di risa, di strida, come un giardino di manicomio. Qui farneticano tutti i poveri difetti della mancanza di volontà dove, anche, un grande vizio manca, pel quale, almeno, la superbia luciferina e dispotica avrebbe potuto vantarsi su qualche motivo; ed è da questo luogo, che i quattro industriali speculatori, rappresentativi magistrati, di una tra le massime città d'Italia chiamano, perché concorra a declamare la grande commemorazione, Gabriele D'Annunzio, alla ribalta di un teatro, come gli conviene, bardassa di spettacoli tra ridicoli e deplorati. Accetta, contromanda, tenore meticoloso a cui s'arrochi la voce, attore in dubio e non abbastanza preparato: accorre. Più di tutti illuso, giocondato dalla sua illusione: e vi rimanga smemorato delle passate lezioni, per la vicina sconfitta; la quale tanto più gli sarà completa e dolorosa, in quanto è meno prevista, tra il magnificare del suo supporsi ridicolo ed esautorato".
     
      ...quand'eccoil maestro ridicolo
      (1908)
      Cercai in alto; vidi l'ombra nasuta e torbida di Dante; a, Evoèh dissi, io mieterò a le tue gran vendemmie, su le cime petrose de la tua rinomanza, a le tue aspre vigne distorte tra il macigno e la ghiaccia sapide de 'l ferrame rovente da i succhi sanguigni, scarmigliate da li uragani di Pluto.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

D'Annunzio al vaglio dell'Humorismo
di Gian Luigi Lucini
pagine 126

   





Bosco Parrasio Italia Gabriele D'Annunzio Dante Evoèh Pluto