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      - Risponda la nostra fede come il popolo primo dei mercatanti e dei naviganti in Parlamento: 'Fiat! Fiat!'.
      Date di questa prosa a modello degli studenti ginnasiali e poi ditemi che razza di rètori alleveremo alla nuova Italia. Si disse tanto male della pedagogia letteraria dei gesuiti, coltivatori di frasi e di parole senza pensiero, dei loro Segneri, Bartoli e simili virtuosi della erudizione e del dizionario: D'Annunzio li ha sorpassati.
      Noi sappiamo di molti cittadini italiani non analfabeti e non illetterati, i quali la pensano in proposito come noi, ma sono dei pusillanimi. Con tutto il buon volere di entusiasmarsi per le ultime espettorazioni dell'imaginifico, non ci riescono; ma pur non commovendosi e il più delle volte anzi trovandolo indeterminato, farraginoso e confuso al punto di domandarsi che cosa abbia voluto dire, non osano 'mancar di galateo'. Perché questa specie di Kaiser Guglielmo del Parnaso - anch'esso, come l'altro di Berlino, in perpetua adorazione di sé medesimo, e sempre in cerca di pose che sorprendano o facciano stupire - ha una turba di suoi pretoriani acclamatori; e molti pusillanimi fingono essi pure di andare in visibilio, per non parere degli analfabeti o dei cretini...
      Noi li esortiamo ad avere un po' di coraggio. Dicano francamente che non si entusiasmano, che non capiscono, che non trovano da elogiare affatto. Per ragioni letterarie, estetiche ed anche per un sentimento di dignità nazionale noi protestiamo altamente contro codesto istrionismo e barocchismo, giunto all'ultimo stadio.


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D'Annunzio al vaglio dell'Humorismo
di Gian Luigi Lucini
pagine 126

   





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