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      Non ha potuto mai né vincersi, né correggersi; non andò a scuola di volontà; non seppe reggere li appetiti, né trasformare i desideri in estetica, né foggiare dalla pura bellezza una pura morale; né domare li spasimi della carne, i morsi e le violenze esasperate della necessità; non si è mai sacrificato per qualche cosa, né meno per attuare epicureamente un piacere maggiore; non seppe farsi un carattere: non ha carattere. A qual uso potremo destinare questo fanciullo, dotato di semplice virtuosità verbale, che non potrà mai essere un uomo, cui l'applauso falso e corruttore ha negato la responsabilità? Chi lo vuole per schiavetto domestico? - Egli ha viaggiato in automobile, a cavallo, a piedi, a vela, a remi pel mare, ed a vapore; ha scoperto l'Acqua Nunzia ed un nuovo sistema di ruote pneumatiche; fa il mitografo. Egli è filosofo46, per aver saccheggiato sulli eucologi e nelle enciclopedie; egli è esteta, perché studiò a memoria i cataloghi delle pinacoteche europee e consulta le raccolte delle fotografie dei quadri famosi; egli è tutt'ora l'inimitabile maestro pifferaro e non volete che egli trovi un posto decente e rimunerativo tra noi?
      Ma perché insisterei io a dotarvi di un parassita, di una lussuosità caduca e dannosa? A che portarci in casa un elemento di infezione e di morte? Perché sostare tra i cippi della necropoli, tra i quali, brilla al sole, effigie di poco resistente metallo, ma lucida, un misto plasma di Andrea Sperelli, di Cantelmo, di Corrado Brando, di Stellio Effrena, caprineggiante, interrogativo a strologar le nubi, che si addensano sotto i fuochi del tramonto in sull'orizzonte, per il tempo che farà il vicinissimo domani?


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D'Annunzio al vaglio dell'Humorismo
di Gian Luigi Lucini
pagine 126

   





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