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      Reggerà al freddo di questa notte, sino a domani, la statuetta graziata di dettagli curiosi e minutini e di precisione arcaiche, che mal consuona col calore della nostra modernità? Fuori; la vita è in noi, con noi, ci avvolge, ci fa ministri suoi qualche volta, si fa da noi dominare se lo sappiamo. Importa vivere, vivere, e, col fatto stesso della vita, coll'opera, più che colla parola della critica anatomica, affermarsi e superare. Bisogna saper anche non vedere il più vicino rumoroso, che cerca di distrarci dal nostro compito, per farsi accogliere come il più interessante. Ben altro dobbiamo ascoltare, per ben altro cooperare; vadano a vuoto i richiami del vanitoso e gretto egoista, che si addita come la perfezione, per farsi pagar carissimo: bisogna vivere per noi e per tutti; non indugiare sul corpo morto per notomizzarlo.
      Vivere, rituffarsi a ogni minuto nella corrente inesausta e calda dell'universo; vivere da avaro e da prodigo, da egoista e da altruista; vivere, sentire, compartecipare, usare dei sensi, del cuore, della mente, ragionare, produrre, esprimerci con tutte le nostre raffinatezze di esteta, le nostre passioni di uomo primordiale, la nostra logica di filosofo, i nostri vaticinii di poeta ispirato. Agitiamoci per agitare, per urtare, vincere e persistere: sopra tutto, dobbiamo essere il buono ed onesto operaio della sincerità gratuita e pericolosa, e proclamarsene, qualunque siano gli eventi che suscita, responsabile sempre.
     
      Puffe "Bluff"
      con "Polemichetta"
      (1908)


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D'Annunzio al vaglio dell'Humorismo
di Gian Luigi Lucini
pagine 126