Pagina (90/126)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      . Poco dopo, quando il vento della notorietà l'asseconda: "Padre mio, madre mia, vi ringrazio d'avermi messo al mondo; vi ringrazio con tutta l'anima di avermi fatto buono di cuore: io vi adoro, e, se la Patria avrà a gloriarsi di me, voglio che non a me ma a voi sieno date lodi". - Già a lui i quattrini, l'aura cortese ad altrui.
      Se nel 1879 mandò fuori Primo vere domandava a don Cicillo: "Arriverò alle ultime vette dell'Arte e della Gloria, o cadrò combattendo?" Ecco: il povero borghese provinciale non avrebbe saputo che rispondere a quel mostro talentuoso del suo figliuolo; però qui è il caso di ripetere come sia il figliuolo che ha procreato il papà - Poi, donna Luisa aspetta, nella casuccia pescarese, il figliuol prodigo. Se voi l'interrogate, vi sa ricomporre, con stanco garbo lontano, ricordi d'infanzia dell'imaginifico. Ci giova sapere che Gabriele preparava ed accendeva da sé le sue batterie pirotecniche: i fuochi d'artifizio erano la sua passione; sì che siano di polvere pirica, o di parole è tutt'uno; faccian faville e fumo e poi si spengano con puzze nauseose e basta: codesta attitudine, se ha cambiato sede, non ha perso il suo carattere e la sua fortuna. L'altro dì il figliuolo, tanto per consolarla le mandò a dire, con molto laconismo:
      Cara mamma, penso a te
      .
      La pensava con rammarico e tenerezza nell'ora che venivagli impossibile la vita in Italia, donde i debiti lo stavano sfrattando dalla Capponcina: e la vecchia a riflettere: "Egli incomincia ogni giorno la sua vita.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

D'Annunzio al vaglio dell'Humorismo
di Gian Luigi Lucini
pagine 126

   





Patria Cicillo Arte Gloria Luisa Gabriele Italia Capponcina