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      Poi se dal cautciù rivolge il poeta le sue cure alle ruote, poco o molto lubrificate, ecco ch'egli stesso ci racconta, nel Proemio di La Vita di Cola Di Rienzo, il risultato della dedalea fattura.
      Era l'ordegno costrutto con acume leonardesco, munito di molle nascoste che rendevano mobili e agevoli i quarti liberati dal cerchione rigido; e doveva su le vie attonite della terra sottentrare a quella tronfiona della gomma che non si salva dall'insidia dell'astuto chiodo e della vendichevole selce. Nel giorno della prova, cigolava con un suono tanto inaudito che perfino i cani più petulanti e i più tardi paperi fuggivano al passaggio. Sul primo virare, si sconquassò come un vecchio ombrello investito dalla raffica.
      6. D'Annunzio-Pietro Micca,
      o il più grande "Sparon" d'Europa60
      Alle ore otto della mattina del 14 luglio 1908, D'Annunzio appariva l'atteso Magister Maximus di una mina colossale, allo sperone di Monte Maggiore, presso Carrara, donde dovrebbero uscire duecentomila metri cubici di bellissimo marmo, per ricordare, al tempo venturo, li uomini e li avvenimenti di cui la storia non crede di considerare il nome ed il risultato. Ottomila chilogrammi di un potentissimo esplosivo disgregarono dall'alveo materno il blocco; l'elettricità era stata incaricata a portarvi il fuoco dell'esplosione; la mano che scrisse i più bei versi italiani, dopo la Divina Comedia, fu quella che suscitò, di un rapido gesto misterioso e miracoloso la scintilla, in cospetto della folla e dello stato maggiore di artisti e di snobs che circondavano il poeta ed avvaloravano col rumore e le molte persone la festività rumorosissima.


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D'Annunzio al vaglio dell'Humorismo
di Gian Luigi Lucini
pagine 126

   





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