Pagina (109/126)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Al mattino, com'egli era disceso in città dalla villa di Settignano per iscongiurare appunto taluno di quei fastidi, mentre attendeva che la sua automobile, fermata in mezzo alla via Calzaioli da un ingombro di veicoli, potesse riprender la corsa, dall'alto d'una casa in riparazione cadde un mattone che gli sfiorò il cappello e s'abbatté sul predellino dell'automobile, spezzandolo. Non dunque sotto la percossa d'un vile laterizio doveva egli morire... Ma forse il destino gli riserbava una morte più conforme ai suoi gusti: una morte equestre. E nel pomeriggio, facendo la sua solita galoppata, egli spinse il cavallo contro i più duri ostacoli, come per tentare la sorte, per iscovarla dal nascondiglio insidioso donde gli tendeva l'agguato. La prefezia non si compì. Quella sera, coricato nel suo letto, attese vegliando lo scoccare della mezzanotte, ultimo termine di vita assegnatogli dalle pitonesse, e sorrise più volte alla tentatrice rivoltella pendente dal capezzale, non senza una certa vertigine d'afferrarla... Queste cose egli mi raccontò un giorno con un'efficacia di parole che non so riprodurre, e con sulle labbra quel misterioso sorriso che suol velare d'ambiguità il suo discorso, quand'egli si diverte a stupire l'ascoltatore. E soggiunse: "Da oggi sono immortale, perché ho superato la morte". - Quod est in votis.
      Oh sì! egli fu allora immortale; perché vive in carne ed ossa tuttora gli è d'accordo anche La Palisse: ma un'altra volta, più recentemente, superò la morte - potrà mai debellare l'oblio colle sue opere?


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

D'Annunzio al vaglio dell'Humorismo
di Gian Luigi Lucini
pagine 126

   





Settignano Calzaioli La Palisse