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      13. Di altre opereFinalmente sono anch'io persuaso della formidabile e veramente demoniaca fertilità d'annunziana. Giunto all'età critica, al limite sinodale, là dove le ovaie si essicano - per l'ultima gioia de' canonici - alle femine normali, le sue ideali ed estetiche scaturigini invece rigurgitano. Ogni dì, è una nuova cateratta ripollante di linfe freschissime, profumate e mediche che ci innonda: con tutti questi suoi affluenti di letteratura si scaverà un oceano di poesia.
      Leggeremo "I misteri delle voci", enfoncé l'ermetico e suggestivo Mallarmé, al meno ad udir D'Annunzio:
      Ho cercato di evocare tutte le voci misteriose e care che ho inteso e il cui ricordo mi risuona ancora nell'animo. Non posso spiegarvi ancora quello che sarà il libro. Solamente leggendolo potrete afferrarne quello che credo che sia la sua originalità. Mi sono sforzato di creare un modo nuovo di espressione, una sintassi inusitata, che ho inventato tutta di sana pianta. Un rapporto impreveduto fra le parole e le frasi. Ciò mi permette di fissare i miei sentimenti e le mie impressioni conservando ad essi tutta l'intensità e tutto il calore.
      Il poeta Mallarmé vi si era già accinto prima di me, ma non ha saputo sempre sciogliere in modo sufficiente il suo pensiero dal mistero che lo avvolge. Ho cercato di esprimere quella che credo sia oggi la realtà non già quella che avevo sentito finora. Perché oggi vedo con occhi nuovi, mi accorgo che la realtà si trova appunto là dove credevo di vedere delle visioni.


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D'Annunzio al vaglio dell'Humorismo
di Gian Luigi Lucini
pagine 126

   





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