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      Torna egli all'errore? "Taci(136), non insultare Natura, la eternamente, la immoderatamente buona. Insieme alle lagrime ci ha dato il sorriso; qui vive felicità..." Felicità nell'inganno? Necessità della menzogna fiorita e dolce: perchè interromperà il sogno fatato delle Illusioni? Perchè, "con una(137) sfornata di ragioni semplici, evidenti, con una eloquenza, tanto più insinuante quanto meno pontificale, darsi a scalzare la buona fede di Pietro?" - "Che le aveva da sostituire il povero(138) uomo?" Carlo Dossi si ferma davanti alla verità che accieca, ma che non consola. "Abbiate pazienza(139), o Dei di seconda mano, miseri fabbricatorini di mondi contro natura; con l'ignoranza non hanno mai valso i raziocinii della saggezza, nè varranno mai. Di addurre al Vero la plebe, unica via, l'Errore". Sacrosanta Utilità dell'Errore; formola sociale: disse Sinesio: "Conviene che le folle sappiano quanto è proporzionato alle loro racchiuse intelligenze:" - E Varrone: "È necessario che il popolo ignori molte cose vere e creda a molte false". - E: Joseph de Maistre: "La folla comprende questi dogmi, quindi sono erronei; li ama, ed allora sono pericolosi". - E Champfort: "Scommetto che ogni idea pubblica è una consacrazione atavica di sciocchezze, poi che ha compiaciuto a tante persone". - Ma per qual ragione privarli del loro piacere? Loforte-Randi, che è un razionalista, anch'egli fa parte all'errore e lo coonesta: alessandrineggia da gramatico e da gesuita, ma ammette: "che la folla(140) creda ciò è un gran bene; essa supplisce, così, alla sua fatale ignoranza, con un atto di fede, rimettendosi, in ogni cosa, a colui che - come essa crede - sa tutto e può far tutto;" ed invidia I poveri di spirito, perchè "gli atei, i quali(141) hanno la fortuna - o la disgrazia - di non farsi abbrutire dal bestiale materialismo (e sono gli atei solitari alla Shelley ed alla Nietzsche) sono degli infelici paragonabili a coloro, che, un giorno ricchissimi, sono tormentati dal ricordo della ricchezza irreparabilmente perduta". Per ciò, Carlo Dossi predica la pratica del Bene per l'Utile; e, non ricorrendo più alle illusioni religiose, alle speranze della fede, alli entusiaismi del sacrificio, va diritto al senso logico dell'egoismo, che per convenienza, conserva e riconsacra la religione.


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L'ora topica di Carlo Dossi
Saggio di critica integrale
di Gian Luigi Lucini
Editore Nicola & C Varese
1911 pagine 242

   





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