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      Egli può chiamare qualche volta Carducci un gramatico adulatore di popolo, sovvenutosi di Correnti quando diffamò la luna in celeste paolotta, ma lo inchinerà, decretando monumentale la sua poesia, per cui:(166) "Italia riebbe la lingua di Dante e la romana maestà, almeno, nella parola" - Egli invita a leggere Victor Hugo in riva al mare, ma subito, ricopia per lui una definizione dell'Heine "Un genio gibboso": - può paragonare l'Aleardi ad una querula e gemente colomba amorosa; ma, nel riordinare la biblioteca di Alberto Pisani, lo pone vicino a Foscolo; - e Leopardi foggiare a serbatojo di perpetua infelicità, ma proporrà a ciascuno di imbeversi della sua chiarezza adamantina, di cui la lucidezza vince l'acqua fresca di una fonte indorata dal sole. Per ciò, egli è permalosissimo letterato, difficile a leggersi; bisogna che ci accostiamo a lui, intonando il nostro momento al suo, non ascoltandolo nelle sue bizze, concedendogli le sue troppo squisite bontà, interpretandolo e ricordando spesso i suoi pensieri da pagina a pagina, da imagine a imagine, valicando periodi, distanze, apparenti contraddizioni. Egli stesso si vanta di scrupolosa e meticolosa incontentabilità. Richiede lettori a sua imagine e somiglianza; que' lettori ideali che augurò ai poeti grandi Pietro Verri, nel Discorso sull'indole del Piacere e del Dolore, e precisamente questi, ch'io invoco a me stesso ed a chi amo, ammirando, dalle pagine clandestine (pur troppo! perchè nessuno v'ha che abbia avuto la malinconia di proporlo o di citarlo) del mio Verso Libero, quando desidero che il Libro viva nelle mani del lettore.


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L'ora topica di Carlo Dossi
Saggio di critica integrale
di Gian Luigi Lucini
Editore Nicola & C Varese
1911 pagine 242

   





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