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      E lo spirito fanciullesco, nuovo e semplice, all'incontro di quella dissonanza, è percosso e gli pare, che seguendo il sentiero su cui profuma quel fiore, si vada alla scoperta di un altro mondo. Ma quando coll'uso comune della scienza, nella rettifica giornaliera delle prove empiriche, l'uomo abbandona il vago e l'indefinito e imprime con maggior sicurezza i piedi sulla terra e fa i gesti utili, colla maggior libertà, il grottesco oggettivo si allontana, spare, sfuma dalla rappresentazione d'arte: l'uomo trova in se stesso il mistero e l'inconosciuto.
      Villiers de l'Isle Adam, poeta, perché in contrasto colla modernità plateale, quando volle vendicarsene ci sfoggiò una miracolosa Eve future e ferí a morte il mercante col Tribulat Bonhomet, due bellezze trascendentali e metafisiche, due grotteschi meravigliosi.
      La scienza vulgata segnò quindi l'agonia del grottesco in occidente; nell'oriente le pratiche di una fattucchieria scientifica lo conservano.
      Li usi, le costumanze, i gesti Chinesi sono una lunga catena inanellata di eccentricità, di spiegazioni, di curiosità codificate e giustificate.
      Per quanto la medicina orientale abbia raccolto, con diligenza squisita, infiniti casi speciali; abbia insigne esperienza del polso, doviziosa farmacopea; sappia già da secoli la circolazione del sangue e la sua corrispondenza col moto del sole; pratichi l'innesto del vaiuolo; pure il Pêuts' áo, il maggior trattato medico della China, numera, ad esempio, trentasette medicamenti che il medico, il barbiere, il flebotomo possono estrarre dal corpo umano.


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Scritti critici
di Gian Luigi Lucini
pagine 354

   





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