Pagina (43/354)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Si ricercano i cuori e gli occhi dei bambini; vi sono dei procuratori di queste leccornie officinali. Qualche volta la legge s'intromette e punisce. Il supplizio è medesimamente grottesco; ora si involge il condannato in una rete meticolosa e paziente di cordicella, come un grosso salame, lo si appende e con grazia e metodo lo si affetta. La giustizia chinese vale il delitto: Le Jardin des Supplices, per quanto sformato sotto la penna paradossale del Mirbeau, non è di tutta imaginazione e l'arte cruenta del dolore seguita la sua tradizione nei mostri. I mostri si fabbricano, la carne ed il sangue servono alla plastica come la cera, l'avorio ed il bronzo. I ciarlatani di piazza vi fanno esposizioni di fenomeni. Vi sono uomini che hanno innestato nel ventre dei bambini: il fenomeno vive. Delli uomini orsi, scimmie, cani; l'«Hu-pao» (giornale chinese) racconta di Budda viventi, fanciulli sequestrati dalla luce e dal calore, candidi come la cera: di esseri umani, d'enormi teste sopportate da corpi incompleti; di teste minime sopra corpi giganti. Si muta la pigmentazione delli occhi, il suono della voce, si fa atoni e ciechi, zoppi e contrafatti. Vi sono delli animali che appartengono al gallo, al gatto, all'anitra; dei serpenti che hanno le ali e vivono.
      La decadenza romana vide nelli anfiteatri i portenti: allora, come ora, la meraviglia si accompagnava al ribrezzo; la novità della cosa scusava alla crudeltà della fabbricazione. I mostri hanno un valore commerciale, si vendono e si comperano.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Scritti critici
di Gian Luigi Lucini
pagine 354

   





Le Jardin Supplices Mirbeau Budda