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      Ciò manca di perversità estetica e si adatta con facilità meravigliosa al gusto dei deficenti e dei borghesi; ciò scoppia, senza delicatezza, senza preparazione, nella brutalità di un pugno battuto sopra una tavola d'osteria da un ubriaco sanguigno; ciò meraviglia anche perché, in tutto questo sfoggio di miserie dorate, davanti alla diagnosi di un medico poco scrupoloso, perché, sotto tutta questa apparenza di pessimismo, si incontrano molte ingenue scoperte sulla vita e sul carattere delli uomini.
      Né meno il pimento della pornografia rialza il tono e lo impepa; ora incomincio a pensare che il Mirbeau sia assai meno maligno di quanto intenda spacciarsi. Onde, chi abbia qualche pratica dei romanzi e dei giornali francesi di quest'ultimo decennio completa leggendo i Venti ed un giorno: «Non ci è ignoto!». Sorge diretto lo spaccio del libro cassetta: spregiudicati, i borghesi vengono ad assorbire, col miele delle scollacciature, la critica sopra di loro stessi. Non importa: la terza repubblica, ed i nuovi regni, ed il resto che fermentano in Europa sono meno pudichi di un tempo: la collettività è meno bigotta dei nomi e delle cose, per quanto nomi e cose sussistono ad encomio; che Chamfort, malignando: «Plus les moeurs s'altèrent, plus on devient delicats sur les décences. Par cette raison, plus les hommes deviennent vicieux, plus ils applaudissent à la peinture de vertus»; avrebbe torto.
      Azione decisa, svolgentesi manca: il volume non è un romanzo; piú tosto una enumerazione di casi varii o raccontata o biografata, se noi si permette la frase; catena o collana di ricordi, di conservazioni, di macchiette che postillano la società francese presente.


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Scritti critici
di Gian Luigi Lucini
pagine 354

   





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