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      Ma a quando, ancora domandiamo, una lapide di commemorazione sopra una delle case ch'egli abitò tra noi?
      Ed Alberto Lumbroso, infaticabile, mentre con lena, e pazienza attende allo Stendhal e Napoleone, ch'io mi auguro vedere in breve pubblicato, non tralascia pretesto a nominarlo, suscitatore, dell'eco ripetuta, forse di qualche risposta di curiosità; scrive una completa Bibliografia Stendhaliana e lo ricerca nelli inganni del plagio(17).
      Orbene i milanesi sono in tutt'altro affaccendati: non ascoltano fandonie di lusso, che raccontano avvenimenti di principio di secolo. Se qualcuno in allora, fece onore alla loro città, si accontentano con un buon sorriso, e, dopo li affari della fine settimana, si avviano al Trotter svagandosi collo scommettere sopra ai garetti di problematico valore per cavalli spurii e viziosi.
      Noi invece apriremo religiosamente l'opera di Enrico Beyle e saremo commossi ogni qual volta incontreremo il nome di Milano sonoro e pieno di significazioni.
      Eccolo, ussero d'avanguardia, non ussero di operetta come lo vorrebbe il Sainte-Beuve, precedere lo squadrone di cosmopoliti, fermarsi esteta davanti alla bellezza ovunque la trovasse e come rispondesse al suo temperamento. Milano lo compiacque in tutto; anche nelle risaje, anche nell'acciotolato aspro delle sue vie. Da Milano, data la prima pagina del suo Journal, quando dopo Marengo, ufficiale dei dragoni repubblicani, la sua prima visita fu al Teatro della Scala. E Milano ricorderà sempre e cisalpina, ed imperiale, e sotto la reazione austriaca.


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Scritti critici
di Gian Luigi Lucini
pagine 354

   





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