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      Vi è un corteggio allegorico di Astuzia, Lucro, Odio e Viltà, che fanno seguito incatenati.
      Applaudiamo, amici. Cosí si fa la Storia e si scrivono i poemi. A farla a posta la spugna ha voluto imbeversi nei rigagnoli nauseosi, che distillano dalle corti intime delle questure; carta bibula, ha assorbito il rapporto dei poliziotti. A farla a posta, ha ritratto la sua originalità dalle menzogne dei confidenti e dalle infamie dei processi marziali. Che la paura, spugna, abbia a calmarsi: non tremi gelatinosa la pancia: l'alba di regno amoreggia coi galeotti di ieri; governo e sovversivi, per le placide conquiste delle leggi economiche (dicono), si sono sposati, morganaticamente, infecondi.
      Noi, che dall'opera cerchiaro presumere l'autore, potremmo, dietro vaghi indizii, foggiarci una Maschera ed un Tipo; costruire, come Cuvier, dai resti fossili di un animale, tutto intero lo scheletro e descriverlo. L'autore? Potrebbe anche essere un bel giovane, già ufficiale e autorizzato, per le gioje pubbliche delle rassegne, a rivestirsi da ufficiale di cavalleria complementare, luccicante e stringato. Comunemente porta giacchette d'ultimo taglio londinese ed una gardenia all'occhiello.
      A sciupare l'ozio della sua calma esistenza, tra un sonetto ad un Radetzky nostrano ed un inno a Fanny, allegra e di grido, visita Flora cavalla di razza e ne presiede all'abbraccio con Palikaro, stallone di fama.
      Quindi si accosta al baccarat dei Clubs che si rispettano, e, nelle sere di ricevimento, intesse allegri idillii extralegali, ma senza conseguenza, mentre uccella, sentimentale, ad un ricco matrimonio.


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Scritti critici
di Gian Luigi Lucini
pagine 354

   





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