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      Conchita offre, ogni sera, a Don Matteo, una notte d'amore, ch'egli non può assaporare: la ballerina protende, ogni sera, un frutto speciale e squisito, sul piatto dell'amore e della lussuria, che Don Matteo non può sbucciare, non può portarsi alla bocca. Pierre Louys vi descrive la postrema e piú feroce disperazione fisica e morale.
      E bene, oltre alla Spagna, che è paesaggio voluto per la magica dello stile, oltre questa spagnuola, cui Barrès avrebbe voluto raccogliere ne' suoi Amateurs d'Âmes, i quali pure passano per la Spagna; la concezione e la satira si universalizzano. Conchita è la donna di tutti i tempi; è la sorella gemella di Chrysis; è la parente di Elena; è chi tenta e respinge; personifica l'andromedia; è la piú forte; vince. Il sesso rosso è violento di bizzarrie e di crudeltà; impera tutt'ora, quotidianamente; è la forma piú sacra dell'istinto quello che trionfa e soggioga. Cercate ancora Salomè nella sigaraia. Poeta dell'amore, Louys termina coll'inno alla lussuria bianca, al desiderio insoddisfatto ed egli ride dolorosamente: poeta di bellezze, dà la mano al secco ed aforismatico Stendhal in questo episodio d'amore; e se l'ultimo scriveva collo stile del codice napoleonico, l'altro gli risponde con tutto l'apparato sensuale di una novella efesia. Ma i millenii del progresso ballano, col fantoccio delle fanciulle di Goya; ma la civiltà moderna si estenua, deprecando ed insaziata, ai piedi di una ragazza comune e ne adora il ventre e le coscie, simboli divini, inesplorati ed intangibili.


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Scritti critici
di Gian Luigi Lucini
pagine 354

   





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