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      Tutta l'arte dei moralisti si valse a tener lontano l'uno dall'altro i due poli della vita, e quanta energia dispersa e sperperata nella crudele soluzione di continuità! Che se voi aggiungete la paura del morbo celtico, i racconti che la medicina vi fa leggere sull'avvelenamento invincibile; tra la continenza e la nevrastenia, tra la pazzia sifilitica ed il suicidio per amore, che sceglieremo? La base della morale dei costumi deve essere la libertà; ma libertino, dalla persona a modo, se non peggio, è proclamato chi lo afferma; ma tra l'infrazione ad una fantasima legale e l'approvare al privilegio od alla gozzoviglia ufficiale, un filosofo pagano non sta in dubbio e si fa chiamare pornografo.
      Cosí Pierre Louys, che è un forte, non accetta né privata, né sociale carità d'amore e di pane; egli non vuole che la libertà, la quale pur troppo è la morte dei deboli e dei paurosi incapaci all'esistenza.
      Leggi? a che altre leggi? L'umanità, che si comporta da essere cosciente, ha bisogno della codificazione? Mentre moltissimi non sanno che inventare per aver pretesto a nuove sanzioni scritte; mentre ora la democrazia italiana si affanna alla conquista del divorzio, opportuno e pratico; Pierre Louys passa sopra al fare ed al disfare del matrimonio e si regola all'amor libero. Mentre, per domani, ci apparecchiano una vita, servitú ai plurimi mediocri, come, ora, è servitú dei pochissimi feroci; egli ci ride in faccia e reclama una completa licenza ragionata dal cuore, dalla mente e dall'istinto; vivere, pensare ed amare liberamente.


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Scritti critici
di Gian Luigi Lucini
pagine 354

   





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