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      Giovane, è impotente al sacrificio del piacere per essere casto e fermo ai principii del cattolicismo e governare, dalla rinuncia de' suoi appetiti, la volubilità della carne. E perché, compiacente, per necessità pecuniarie accoglierà l'aiuto della borsa ed il consiglio liberale dello zio Edme, rappresentanza della ufficialità napoleonica dimessa dai Borboni dall'esercito, simbolo di un carbonarismo vagante, internazionale agitato ed agitatore, egli saprà, coi suoi coetanei che prepararono la rivoluzione del 1830, il sapore delle voluttà romantiche e capziose delle crestaie parigine, il secreto delle loggie massoniche, in cui si conservano i principii professati dall'avo suo e di recente morto, le vendette delle Vendite, i viaggi e le missioni, per l'Italia ribollente ed inquieta, a portarvi la buona parola e l'incitamento coraggioso dei fratelli d'oltr'Alpe.
      Armi, amori, avventure, complotti, ammirazioni entusiaste, tenace e profondo zappare alle fondamenta della regalità; subite disillusioni e persistente tentennare sulla decisione definitiva, tra l'altare ed il fascio delle legge romana e repubblicana; simpatie accese, per il breve contatto di una mano feminile, per la parola squillata, libera, in una riunione e sopra tutto la coscienza della propria inferiorità; e, con questa, la libidine del pervenire, occupano, eccitano, spingono, a volta a volta, l'Hericourt, dubioso e testardo, alla sofisticazione volontaria di se stesso, a crearsi un aspetto esterno che giovi al suo ascendere verso il potere.


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Scritti critici
di Gian Luigi Lucini
pagine 354

   





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