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      Piú tosto deploriamo che l'eccesso del parteggiare porga un pretesto a queste descrizioni; ma l'arte ne sia esclusa, ed a lei tutto l'elogio di coloro che ben intendono e che possono senza ingombri aprioristici gustarla. Per questo va la mia comunione ed il mio riconoscimento verso il Beltramelli; il quale ha fatto dimenticare, colla sua malizia di buona lega e col suo stile plastico, la grettezza di un metodo superficiale; ed in lui mi compiaccio, se mi ha fatto scoprire, in fondo all'arte sua, una fratellanza libera ed insofferente, dove l'ultime e piú remote finalità del mio pensiero e della mia speranza si possono conciliare simpaticamente.
      Di modo che codesta mia dichiarazione estetica, m'accorgo, non potrà venire accolta da assai amici repubblicani, stretti al dogma piú che altro ed alle consuetudini di una intransigenza limitatrice: ma giovi per costoro il pensare che ho per somma lealtà di informatore artistico, il non fermarmi, nell'opere meritevoli, su di un preconcetto di categoria; tanto piú che il mio apprezzamento va da letterato a letterato e che ogni altra preoccupazione si fa in disparte. E stiano certi, che della documentazione di Uomini Rossi, non potranno valersi gli avversarii; siano i conservatori vagellanti, tiepidi e liberali alla Giovanni Borelli, quando tentano di galvanizzare una carogna quatriduana; siano i miti positivisti del parlamentarismo, i prudentissimi, che vogliono provare prima di ammettere; come se fosse possibile scodellar, per questi San Tomasi del democraticume, uno spezzatino di repubblica, sotto un regno per metà feudale; in quel modo, che, nei bars, si invitano i buongustai alle previe degustazioni quasi gratuite, gettone e scatto alle molle dell'apparecchio distributore, due soldi (una sola moneta, vi si prega, o signori) per buona réclame dei veleni spiritosi del giorno.


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Scritti critici
di Gian Luigi Lucini
pagine 354

   





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