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      Migliore si mostra quando è oggettivo, quando suscita un apparato archeologico e lo galvanizza.
      Chi arresta la biga irrompenteDalle carceri? Un'immensa
      Folla sui gradini s'addensaFluttuando.
      Sorge la corsa delle bighe nel circo cruento; ma poco dopo è sconciata da una riflessione:
      Vedo qualche cosa sottola maschera; ho di Roentgen i raggi
      nell'occhio di scienza malato
      . . . . . . . . . . . . .
      Vedo come presente il domaniE l'oggi come il passato.
      E ciò interrompe con una grave callida junctura e con originalità di cattivo gusto: la lirica che per se stessa si sbarazza di una citazione indicativa e modernista non sopporta confini, il classico si riduce ad essere un meditativo pessimista.
      Ogni cosa a suo tempo, poesia ed amore: quando la pubertà sbaglia la sua data, i patologi trovano che una malattia la nomina meglio. Il fiumicello di Nauplia, in cui Giunone rifabbricava, ogni anno, la verginità, per essere piú accetta a Giove, sta nella mitologia. Olimpicamente Goethe, vegliardo, poteva ringiovanirsi, e plasmò Venere dopo Gretchen, forse piú fragrante di questa, fiore e gentilezza della sua gioventú; ma si chiamava Goethe.
      Victor Hugo, che impersonava la Francia di un secolo, negli ultimi anni era secco e si metallizzava, e, se mai svolgeva il paradosso, ricopiava se stesso come un peggior imitatore della sua maniera. Il giovane perprocura Orsini rassomiglia al caso di un senatore ottantenne e saggio, che, dopo aver scritto La Fisiologia dell'amore e forse appunto per questo, si ammoglia con una giovinetta di diciott'anni.


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Scritti critici
di Gian Luigi Lucini
pagine 354

   





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