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      Misticismo? Abbandono disperato, sotto la rassegnazione, della gioia di vivere, di vivere alacremente e fortemente?
      Diffusa armonia malinconica: essersi fabbricato una casetta di faccia ad un cimitero ed amarne la vista: considerare la morte come un necessario trapasso forse piú giojoso della crisi abbruciante della vita; uscire, per volontà di pensiero, dalla esistenza comune ed aver parole umane che sappiano discorrere colla umanità che non è piú.
      - Ines - Jole - si legge: - quindicennee sedicenne - La fotografia
      loro è paradisiaca. Chi vennea rapirle sí tenere? È defunto
      pure il padre. La sua fisionomia
      è incorniciata dentro un ricongiuntosmalto tra due foderi scarlatti
      di porcellana con de gli ebicrisi.
      E, oh, commovente! In alto dei ritratti,
      nel quadro, si formò con i manellidei riccioli de le morte recisi
      un salice piangente di capelli.
      Nessuna nota violenta turba la commemorazione, naturale come la morte; le parole che l'affermano e che la piangono. Il risultato che ne ottiene è pieno e palese; la compartecipazione del poeta in quella sua natura, che egli si è fabbricata, nella quale crede e ritiene la realtà, è completa. Monotonia? Forse egoismo di uomo troppo sensibile: udite la dedica dell'Armonia in Grigio et in Silenzio: «Al mio bianco micio, affinché non mi graffi piú le mani quand'io giuoco con lui ed impari a non voler piú assaltare i poveri canarini ogni volta che li vede e a vivere sempre d'accordo con loro come fa colla colombina».
      Metafora ed apologo; l'egoismo del Govoni è assai mite e profitta alle cose alate deboli e belle: or io mi permetto, vecchio ribelle per una forza anormale ed eccessiva, di lodare ed invidiare questo giovane monaco di poesia, perché si accontenta e sta bene nella sua piccola orbita elegante ed impeccabile e si dimostra libero in una assoluta sincerità. La mia lode è incondizionata.


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Scritti critici
di Gian Luigi Lucini
pagine 354

   





Armonia Grigio Silenzio Govoni