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      - Ed anche: secchezza, come al principio di un genere nuovo, infantili creazioni di fiabe e di miracoli. - Ed anche: massiccia struttura descrittiva, psicologia attiva ed acuta. - Ed anche: elasticità di stile, perversità che ride e sembra innocenza; equivoco, che è nel sangue di chi scrive, come una febre, col veleno della ironia, col disprezzo delle morali comuni. E delle fiammate di entusiasmo, di sacrificio. - In fondo che è? Che può essere?». Sotto voce suggerirono loro «Simbolismo». Accettarono il cartellino, che ci venne appiccicato alle spalle come una nota di caricatura; e noi lo portammo orgogliosamente a spasso per le città italiane.
      Era il titolo ambiguo ed improprio; con questo credevano nominare una nostra malattia; hanno catalogato una loro insufficienza. E pure ci convenne, ed abbiamo, dalla lata designazione, estratta una definizione conseguente, organica e completa di cui darò piú avanti, la propedeutica col limitarmi qui ad usare del vocabolo, come già fosse conosciuto nel suo valore: confusero poi allegoria con simbolo, per cui le difficoltà di conoscerci meglio aumentarono e con quelle l'imbarazzo reciproco. Il Simbolo considera una realtà, un fenomeno naturale, un fatto storico, un dogma, una leggenda, un atto personale, e ne distingue, un dopo l'altro, non come intenderebbero li esoterici i tre sensi, ma le mille forze, le mille leggi, i mille rapporti, le mille significazioni, che formano quella entità e che ne promanano per azione e reazione. Cosí, la nozione del mondo diventa, per noi, chiara, non limitandosi la nostra curiosità a conoscere la superficie, la massa dell'oggetto ed i suoi piú evidenti e grossolani attributi.


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Scritti critici
di Gian Luigi Lucini
pagine 354

   





Simbolo