Pagina (281/354)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Ne uscí una Morale che conchiuse i limiti a quella cattolica di Alessandro Manzoni, il determinista, che rivide senza patristica Sant'Alfonso de' Liguori e accettò le due sottili discriminanti: Fogazzaro, coll'accogliere l'imperativo assoluto kantiano preparò piú breve orizzonte alla volontà e tornò a discutere d'ontologia, mentre le scienze biologiche d'esperienza chimica e fisica avevano ridotto la prova a discutere del fenomeno Dio, pensato da noi, come categoria mentale, sopportato da noi, come incombenza naturale.
      Non importa: gli vennero dietro de' farmacisti senza diploma; e ci apprestarono, lambiccate, delle tisane sciape e vomitose ricopiate, colla solita ipocrisia, dalli scampoli del Fogazzaro.
      Scampolo! la parola è commerciale, di bottega, reddituaria. Perché l'industrioso tessitore dei piccoli mondi antichi e moderni, ha, per una volta tanto, ed in gioventú, all'insaputa, battuta, sull'ordito del suo telaio veneto e quasi tirolese, la trama di un canevaccio di prolissa misura. Tutta la pezza ripose quindi in armadio; ma dell'unica stoffa, rude, piena di sfilacci, tagliò spesso dei teli di ineguale lunghezza, facendoci credere, che, come i tappeti persiani, fossero stati, con disegni speciali, fatti, uno per uno, con grande fatica personale; mentre su quelli, a richiesta dei clienti, aveva stampato, con tipi, sigilli stracchi, ghirigori alla moda, estemporanee tinture, stemperate in acqua santa, al disegno che suadeva al tempo. Cedere temporibus: la romana classicità tornava tipica al romanziere.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Scritti critici
di Gian Luigi Lucini
pagine 354

   





Morale Alessandro Manzoni Sant'Alfonso Liguori Fogazzaro Dio Fogazzaro