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      A Montecitorio, il letterato tace, appare raramente: solo si scuote alla lotta disinteressata e pervicace dell'ostruzionismo, per cui, gettando il rinnovarsi, o morire, come impresa di battaglia, ascende la montagna parlamentare e siede in alto, aspettando di battere(55) La Canzone di Garibaldi sul palvese d'acciaio d'Orlando, dedotta da Jessy Withe Mario, suscitatrice di folle; di costruire il teatro d'Albano; di provarsi nella Francesca e d'essere battuto, a Firenze, dalla lega di un Shylock e di un Tartufe nelle ultime espressioni della volontà popolare.
      I sovversivi sí compiacquero deldonato un regno al sopraggiunto re
      e fecero ovazioni: chiara, al popolo, la epopea del risorgimento parve classica ai dotti ed agli esteti formosa.
      Nei salotti dorati e patrizii, nelle riunioni plebee, nelle conferenze, Gabriele D'Annunzio assunse la maschera ed il porgere imperatorio del conquistatore; egli deve aver creduto di aver posseduto l'anima della patria, come lo Stelio Effrena(56) l'anima della folla nel palazzo ducale a Venezia, come il Claudio Cantelmo l'anima delle Tre Vergini delle Roccie: ed egli non s'accorse d'ingannarsi e si trastullò, cosí, nel suo orgoglio immenso e nelle sue inattitudini a creare veramente per sé e da sé solo il pensiero e le imagini.
      Giovanetto, erudito di classicismo, dotato di una squisita sensibilità, sorretto dal buon gusto, venne apprezzato dal Sommaruga(57), esperto conoscitore e troppo lesto commerciante; e, proteso da lui, apparve la prima volta originalmente: Canto Novo, Terra vergine, Intermezzo di Rime, Il Libro della Vergine.


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Scritti critici
di Gian Luigi Lucini
pagine 354

   





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