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      Del bronzo il ghiaccio una gran fiamma strugge:
      Penetra per l'argento il caldo e 'l freddo;
      Poi ch'avvinchiando con la mano il nappoE versandovi dentro il dolce vino,
      L'uno e l'altro da noi tosto si sente.
      Sì par che tra le cose ancor che sodeNulla sia mai d'impenetrabil corpo.
      Ma, perchè la ragion della naturaNon pertanto ne sforza, or tu m'ascolta:
      Mentre ch'in pochi versi esser ti mostroMateria impenetrabile ed eterna.
      Pria: se varia del corpo è la naturaDall'essenza del luogo u' fassi il tutto,
      Com'i nostri argomenti han già convinto,
      Forz'è ch'ambe per sè siano ed immiste;
      Poichè, dove lo spazio intatto resta,
      Ivi corpo non è: ma dov'è corpo,
      Ivi vôto non è; son dunque i primiCorpi senz'alcun vôto impenetrabili.
      In oltre: essendo mescolato il vôtoFra le cose create, è d'uopo al certo
      Ch'impenetrabil corpo intorno il cinga:
      Nè mai posso provar che nulla celiPer entro a sè medesmo il vôto spazio,
      Se per cosa già nota io non suppongoChe impenetrabil sia quel che l'asconde:
      Il che poi certamente esser non puoteSe non de' semi l'unïon concorde
      Che stringer possa entro a se stessa il vôto:
      Può dunque la materia esser eterna,
      Benchè sia frale ogni altra cosa al mondo;
      Mentr'ella è pur d'impenetrabil corpo.
      Aggiungi ancor; che se non fosse il vôto,
      Pieno sarebbe il tutto; e se non fosseroGl'invisibili corpi, il mondo affatto
      Vôto sarebbe: egli è composto adunqueDi due cose fra lor molto diverse,
      Cioè de' corpi e dello spazio vôto;
      Non essendo nè vôto in ogni parte,
      Nè pel contrario in ogni parte pieno.
      Gl'invisibili corpi adunque sono,


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Della natura delle cose
di Tito Lucrezio Caro
Casa Editrice Sonzogno Milano
1909 pagine 330