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      Con l'occasione de' sogni, tratta dell'amore, del quale, come Buffon, crede che la voluttà fisica sia tutto quello che ha di buono; e avverte gli uomini di preservarsene con le pitture eloquenti ch'egli fa della sventura degli amanti. Finalmente termina questo tratto e tutto il libro con una specie di trattato anatomico e fisico sopra la generazione.
     
      Vo passeggiando dell'aonie diveI luoghi senza strada e da nessuno
      Mai più calcati. A me diletta e giovaGir a' vergini fonti e inebriarmi
      D'onde non tocche. A me diletta e giovaCoglier novelli fiori onde ghirlanda
      Peregrina ed illustre al crin m'intrecci,
      Di cui fin qui non adornâr le museLe tempie mai d'alcun poeta tósco;
      Pria, perchè grandi e gravi cose insegnoE seguo a liberar gli animi altrui
      Dagli aspri ceppi e da' tenaci lacciDella religïon; poi, perchè canto
      Di cose oscure in così chiari versi,
      E di nêttar febeo tutte l'aspergo.
      Nè questo è, come par, fuor di ragione:
      Poichè; qual, se fanciullo a morte langue,
      Fisico esperto alla sua cura intentoSuol porgergli in bevanda assenzio tetro
      Ma pria di biondo e dolce mèle aspergeL'orlo del nappo, acciò gustandol poi
      La semplicetta età resti delusaDalle mal caute labbra e beva intanto
      Dell'erba a lei salubre il succo amaro,
      Nè si trovi ingannata, anzi conseguaSolo per mezzo suo vita e salute;
      Tal a punto or facc'io. Perchè mi sembraChe le cose ch'io parlo a molti indótti
      Potrian forse parere aspre e malvage,
      E so che 'l cieco e sciocco volgo aborreDa mie ragioni; io per ciò volsi, o Memmo,
      Con soave eloquenza il tutto esporti,


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Della natura delle cose
di Tito Lucrezio Caro
Casa Editrice Sonzogno Milano
1909 pagine 330

   





Buffon Memmo