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      Aere è da noi. Queste, formate in variModi, all'in su van sormontando; e molli
      Non cessan mai di varïar sembianza;
      E novi Protei in qualsivoglia formaCangian sè stesse; in quella guisa a punto
      Che le nubi talor miransi in altoFacilmente accozzarsi, e la serena
      Faccia turbar del mondo e 'l cielo intantoLenir col moto; con ciò sia che spesso
      Ne sembra di veder per l'aere errandoVolar giganti smisurati e l'ombra
      Distender largamente, e spesso ancoraGran monti e sassi da gran monti svelti,
      Precorrere e seguir del sole i raggi,
      E belve alfin di non ben noto aspettoTrar seco e generar nembi e tempeste.
      Or, quanto agevolmente e come prestoSian generate e dalle cose esalino
      Perpetuamente e sdrucciolando cedano,
      Tu quindi apprendi. Poichè sempre in prontoOgni estremo è de' corpi, onde si possa
      Vibrare: e quando all'altre cose arrivaE' le penetra e passa; e ciò gli avviene
      Principalmente in quelle vesti urtandoCh'inteste son di sottil filo e raro:
      E se ne' rozzi sassi o nell'opacoLegno percuote, ivi si spezza in guisa
      Che simolacro alcun non puote agli occhiRappresentar. Ma, se gli fiano opposti
      Corpi lucidi e densi, in quella guisaChe sovr'ogni altro di cristallo terso
      E di forbito acciar sono gli specchi,
      Nulla accade di ciò; poichè non puoteCome le vesti penetrarli et oltre
      Passar nè dissiparsi in varie parti,
      Già che la liscia superficie interoEd intatto il conserva e 'l ripercuote:
      E quindi avvien che son per noi formatiDe' corpi i simolacri, e che, ponendo,
      Quando vuoi, ciò che vuoi, quanto vuoi tosto,


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Della natura delle cose
di Tito Lucrezio Caro
Casa Editrice Sonzogno Milano
1909 pagine 330

   





Protei